credo
A difesa dei Carabinieri.
La perdita di una vita umana, specie se giovane, genera sempre un grandissimo dolore.
Questo principio naturale informa da sempre l’esistenza dell’uomo e vale anche per il povero (umanamente) Ramy Elgaml.
Però, siccome viviamo in una società democratica che ha le sue regole precise e inviolabili, il pur comprensibile dolore non può e non deve giustificare il comportamento di chi, avendo violato una norma comportamentale di sicurezza che tutti abbiamo l’obbligo di rispettare, cioè quella di fermarsi all’alt intimato dalle Forze dell’Ordine, ha purtroppo pagato con la vita il proprio irrimediabile errore.
La magistratura farà chiarezza e, se ci sono stati eccessi colposi (ai quali, lo dico con chiarezza, io non credo) dei militari dell’Arma, pronuncerà le condanne e comminerà le pene.
Sono però insopportabili e dolorose le manifestazioni e gli slogan di odio che poche centinaia di esaltati hanno inscenato ieri per le strade di Milano e Torino, durante le quali i Carabinieri sono stati issati sul banco degli imputati e additati al grido di “assassini, assassini”.
È infatti incredibile e intollerabile che si imputi ai militari di avere voluto la morte di Ramy e, peggio ancora, di averla dolosamente ricercata perchè egiziano.
Desidero far osservare a queste persone che la giusta richiesta di giustizia, cioè di verificare attraverso l’indagine e il giudizio della magistratura che non siano stati commessi dei reati da parte dei Carabinieri, non consente di capovolgere la realtà dei fatti.
Se Ramy e il conducente del motociclo si fossero fermati all’alt e non avessero impegnato i militari in un affannoso e durissimo inseguimento per le strade di Milano, egli sarebbe ancora vivo. Bastava fermarsi, rispettare le Forze dell’Ordine e una vita umana non si sarebbe perduta.
Tutto il resto, l’urto accidentale (se c’è stato) e le parole pronunciate durante l’inseguimento (palesemente figlie della concitazione e dell’adrenalina che ovviamente e normalmente si genera durante queste situazioni), sono figlie proprio della scellerata decisione dei due centauri di non fermarsi all’alt.
Lo voglio affermare con chiarezza: i nostri Carabinieri, e le Forze dell’Ordine tutte, sono gli autentici e insostituibili pilastri dell’ordine pubblico e non possono e non devono essere criminalizzati o addirittura additati come “assassini” e “razzisti”.
Lo ripeto, dispiace moltissimo per la morte di Ramy, ma sarebbe bastato un atto semplice e rispettoso per evitare il tragico epilogo.
Bastava fermarsi.